Ricordi di una telegrafista, a 150 anni dalla nascita di Clotilde Scanabissi, il suo romanzo a puntate!

Clotilde Scanabissi, autrice del romanzo "Ricordi di una telegrafista"

Ricordi di una telegrafista, Clotilde ScanabissiPer ricordare i 150 anni dalla nascita della scrittrice Budriese Clotilde Scanabissi, budriese, a partire da sabato 5 agosto, ogni mercoledì e sabato pubblicheremo il suo romanzo,  RICORDI DI UNA TELEGRAFISTA, pubblicato nel 1913.

Nata nel 1873, è difficile immaginare che più di un secolo fa una donna di quarant’anni, senza studi appropriati, con una vita di provincia e un lavoro da telegrafista potesse decidere di lanciarsi in un’avventura letteraria. Clotilde ha un grande sogno: entrare a far parte di un mondo più alto e sofisticato rispetto a quello che il destino le ha riservato.

Nemmeno il matrimonio, nonostante le origini nobiliari del marito, discendente dei conti Cervi Samaritani, le consentirà la scalata sociale sognata, poiché la famiglia, venuta da Cremona nel 1509 e stabilitasi a Lugo, è ormai decaduta e con poche risorse economiche.

Nyta Jasmar

Clotilde però respira a pieni polmoni il clima culturale liberty dei salotti intellettuali del tempo e cede all’illusione del successo letterario. In quegli anni era uscito il «Piacere» di D’annunzio, che aveva dettato i nuovi fondamenti estetici nello stile del romanzo rinunciando all’oggettività verista, alla linearità dell’intreccio e alla coerenza dei personaggi  in cambio di uno stile  amplificato, simbolico ed estetizzante.

A proprie spese Clotilde, nel 1913, pubblica il suo romanzo, “Ricordi di una telegrafista” con lo pseudonimo di  Nyta Jasmar, facendo vivere alla protagonista Marina una doppia vita. Di giorno quella reale, autobiografica, di telegrafista. Di notte, una vita estetizzante da donna di mondo, preda di passioni amorose spregiudicate per quei tempi.

Tant’è che la pubblicazione del libro, che peraltro avrà un successo molto modesto, le costerà trasferimento a Torino  perché giudicato immorale. Clotilde cade nell’oblio, muore nel 1931 e solo molti anni dopo la critica letteraria riscoprirà il romanzo, svelando l’identità dell’autrice il cui pseudonimo Nyta Jasmar è l’anagramma del cognome del marito.

Questo interesse della critica, nel 1975 – sessantadue anni dalla prima edizione – porterà alla pubblicazione da parte di Einaudi  di Ricordi di una telegrafista con la collana Centopagine diretta da Italo Calvino e accompagnata da una nota introduttiva a cura di Giulio Ungarelli. Calvino definirà il romanzo un vero e proprio “mistero letterario”, riferendosi all’enigma dell’identità dell’autrice che utilizza lo pseudonimo di Nyta Jasmar.

La presentazione del romanzo di Italo Calvino

Un «caso letterario» del primo Novecento italiano, anzi un vero e proprio «mistero letterario», viene con questo volume presentato e risolto; ma soprattutto viene proposto un romanzo singolare, sia come prodotto di quella stagione del gusto (e dell’immaginazione erotica) che ora usiamo chiamare liberty, sia con l’ espressione d’una rivolta femminista ante litteram, contraddittoria fin che si vuole ma non per questo meno ardita. Pubblicato a spese dell’autrice nel 1913, Ricordi di una Telegrafista già un riscopritore (o meglio scopritore) d’eccezione in quell’inesauribile esploratore di frontiere della letteratura e della storia del gusto che è Mario Praz. Ma una trentina d’anni fa, quando Praz scrisse di questo romanzo, la sua indicazione cadde nel vuoto. Del resto il libro era talmente irreperibile da far dubitare che esistesse davvero. Oggi Giulio Ungarelli, oltre a presentarci il testo e a proporcene una lettura attuale, si è prefisso di scoprire l’identità dell’autrice, finora nascosta dallo pseudonimo esotizzante. La sua impresa di detective letterario è stata fortunata: l ricostruzione del personaggio di questa scrittrice provinciale e della sua autotrasformazione in personaggio mitico potrebbe essere un romanzo in sé.

Chi si nascondeva sotto lo pseudonimo di Nyta Jasmar? Seguendo la traccia del nome d’un paese, Budrio nella Bassa bolognese Ungarelli ha sciolto l’enigma.

I Ricordi di una Telegrafista raccontano «la doppia vita di una donna, di giorno “ausiliaria telegrafica”, vestita del rozzo camice di lavoratrice tecnica; di notte, sofisticata figlia del secolo, avvolta in morbide, fini vestaglie o in un prestigioso peignoir, tutta raccolta in fantasie erotico-estetizzanti nel suo pied-à-terre, quando addirittura non splende in toilettes preziose e ardite durante le saltuarie frequentazioni del bel mondo».

Uno sdoppiamento analogo Giulio Ungarelli ha ritrovato nella vita dell’autrice: tra l’esistenza dell’oscura impiegata Clotilde Scanabissi Samaritani, nata e morta a Budrio (1873-1931) e l’opera (in parte scritta, in parte forse solo immaginata) della romanziera Nyta Jasmar.

Il libro offre uno spaccato del clima di inizio secolo e in alcune pagine della Budrio del tempo, con affreschi floreali sui luoghi, gli edifici, i personaggi più illustri.
In www.sottoquirico.it, all’interno della rubrica Letteratura, potrete trovare nell’ordine di successione, tutte le “puntate” del romanzo, nel caso ne perdeste qualcuna. Buona lettura e buona estate!

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