Le prigioni dell’ignoranza, intervista a Alexandra Rousseau

Che cos’è per te scrivere, quali emozioni provi?

Ricordo una frase di Charles Baudelaire: “Mon cœur mis à nu” (Il mio cuore a nudo). Ecco cosa rappresenta per me scrivere!
Presentare il vero volto del mio cuore, i miei sentimenti, il mio essere, senza artefatti, senza alterazioni. Provo molte emozioni, quali pace e libertà. Mi sembra di planare libera in un mondo ovattato.

Quanto della tua vita reale è presente in questo libro?

Penso che la scrittura sia lo specchio dell’anima. Anche in un libro dove viene descritta una storia completamente inventata ci sono sempre le proiezioni degli stati d’animo, dei desideri, delle paure dell’autore, Nel mio libro c’è la mia amata Germania, la mia Sicilia, dolce e amara, la difficoltà a far parte di una terra che non mi ha partorita, ma adottata, l’incapacità ad accettare gli stereotipi, le costrizioni, i pregiudizi, le credenze popolari di questa terra bella, ma orgogliosa e austera, la mia incommensurabile voglia di vivere e di amare tutto e tutti, il culto estremo della bellezza in tutte le sue forme.

Riassuma in poche parole cosa ha significato per te scrivere quest’opera.

Scrivere quest’opera ha rappresentato per me liberarmi di un cancro che portavo dentro. È stata una terapia per curare la mia anima, un luogo dove scaricare tutti i miei sentimenti nocivi e dolorosi, dove depositare traumi inconsci, disagi, paure per poi meditare, confrontarmi, sollevarmi e rinascere come la Fenice dalle sue ceneri, migliore e più forte di prima. In due parole “un urlo liberatorio”.

La scelta del titolo è stata semplice o hai combattuto con te stessa per deciderlo tra varie alternative?

La scelta del titolo è stata improvvisa, decisa, inequivocabile. Sono state le prime gettate d’inchiostro. Il titolo rappresenta la sostanza stessa di tutta l’opera.

In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorresti con te? O quale scrittore? Perché?

Il mio primo libro che ho letto è stato “Émile ou De l’éducation” ed il secondo “Du contrat social” di Jean Jacques Rousseau. Trovo fondamentale il tema dell’educazione e di uguaglianza e libertà. Se non si forma una mente, se non si parte da una buona educazione non si può avere una società giusta. Un buon bambino sarà un buon cittadino domani.

Ebook o cartaceo?

Preferisco il cartaceo, amo l’odore che si sprigiona sfogliando un libro

Quando e perché hai deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?

Non ho deciso di scrivere, sono stata spinta a scrivere perché sentivo la necessità di sfogare e raccontare le mie sensazioni e le mie emozioni

Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconteresti un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Ricordo che a 18 anni la mia adorata madrina mi regalò un quadernone con una copertina molto rigida. Mi disse: “Ecco scrivici tutto quello che vuoi” Quella donna mi è stata vicina come una mamma, forse l’idea del libro è partita da lei!

Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

Ho sempre detto che questo libro era la mia creatura. Prima era dentro di me, nella mia testa. Adesso è nato e può entrare nella testa del lettore. C’è un messaggio, un insegnamento, che usa il libro come veicolo per transitare da me al mondo.

Chi è stata la prima persona che ha letto il tuo libro?

Il mio compagno è stato il primo a leggere il libro, ma anche a seguirmi nella stesura.

Cosa ne pensi della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Se recitato con enfasi o anche accompagnato da una musica dolce e rilassante, può toccare le corde più profonde del cuore.


Romanzo d’esordio della scrittrice Alexandra Rousseau. Nasce in Germania, dove i genitori si erano trasferiti dalla Sicilia per esigenze lavorative, e vi trascorre la prima infanzia. Ma la famiglia decide di tornare in Italia, a Palermo. È in Sicilia che frequenta la scuola, consegue una laurea in Lingue e Letterature straniere, specializzandosi in francese. Alla fine del 2008 si trasferisce  a Parigi, dove resta per circa cinque anni, lavorando per multinazionali francesi. Rientra in Italia coronando il sogno della sua vita, insegnare lingua francese negli istituti superiori. Intanto pubblica qualche racconto partecipando a vari festival letterari. Oggi ha trovato il suo equilibrio tra l’insegnamento e la scrittura.

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