Le opinioni sui vaccini e i comportamenti degli italiani nell’ultimo periodo di pandemia

Nel suo ultimo sondaggio  BVA Doxa, azienda leader nel settore delle ricerche di mercato e di opinione pubblica in Italia, ha indagato le opinioni degli italiani in merito ai vaccini anti-Covid e i comportamenti durante questo ultimo periodo di pandemia.

In merito ai vaccini, l’84% si dichiara a favore del vaccino con assoluta certezza. Il 65% vorrebbe scegliere il marchio del vaccino. Tra questi Pfizer è in testa alle preferenze, seguito da Moderna  al 22%, da Sputnik 10%, e da AstraZeneca 9%.

In merito alle difficoltà della campagna vaccinale, gli italiani puntano il dito principalmente contro le aziende farmaceutiche: in una scala da 1 a 10, il termometro fa registrare mediamente un 7,5 di insoddisfazione per i ritardi nelle consegne da parte le case farmaceutiche che avrebbero invece dovuto rispettare gli impegni.

Per la maggioranza degli italiani i vaccini restano comunque l’unica arma con cui sconfiggere il virus, in media con un consenso di 7,2 su 10.

Leggermente più controverso, con un punteggio di 6,1,  è il punto di vista sull’efficacia del vaccino contro le nuove varianti.

Riguardo alla propria condizione psicologica un italiano su due si dice preoccupato (54%) e incerto sul futuro (53%).  In questo contesto l’86% degli italiani prova un insieme delle condizioni negative di seguito elencate: stress (38%), ansia (32%), nervosismo (30%) e rabbia (21%), stanchezza (41%) e tristezza (25%), che contribuiscono a un senso generalizzato di sconforto (62%).

Fortunatamente, anche se in netta minoranza, c’è anche chi prova sensazioni positive: il 35% si dichiara speranzoso, mentre il 16% e il 15% prova rispettivamente fiducia e positività per il futuro. Secondo la ricerca, resta alta la fiducia nelle istituzioni sanitarie.

Pesante è  l’impatto della pandemia sulle entrate economiche degli italiani: il 40% ha visto il proprio reddito contrarsi e chi riesce a risparmiare lo fa soprattutto per anticipare imprevisti.

Il tempo trascorso in casa ha spinto i consumi verso caffè, tè, tisane e alcolici, mentre la mancanza di socialità ha orientato gli italiani verso la pet therapy: nell’ultimo anno rappresentano l’11% gli italiani che hanno fatto entrare in casa un animale domestico.

 

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