I ragazzi della 3 E sono «Cronisti in Classe» con il Resto del Carlino

Da “Il resto del Carlino” di oggi, 16 marzo 2021

Spesso noi ragazzi pensiamo al significato della parola ’amore’, associandolo ad una sensazione di calore, di casa, di gioia, a un ossimoro che accosta emozioni spesso contrastanti. La percezione dell’amore, in realtà, varia da persona a persona e per identificarlo, forse una sola parola non basta. Da sempre scrittori, cantanti e artisti hanno descritto e rappresentato questo sentimento, dandogli forme e modalità diverse. Ma allora: cos’è l’amore? In questi anni abbiamo provato a rispondere a tale domanda attraverso vari progetti interdisciplinari. Fondamentale è stata l’attività con gli anziani del Centro Diurno San Domenico di Budrio, iniziata lo scorso anno con la collaborazione del responsabile del Centro, il dottor Pocaterra e delle Oss S. Armaroli e A. Biavati. Il progetto, intitolato ’Uniamoci in un abbraccio’», prevedeva un’attività molto semplice: realizzare un pannello decorativo insieme agli ospiti del Centro Diurno. All’inizio eravamo timorosi e impacciati, poi abbiamo aperto i nostri cuori e siamo riusciti a creare una relazione di affetto e fiducia reciproca. Il nostro arrivo era per loro un momento di grande gioia e spensieratezza. Le nostre mani veloci aiutavano le loro dita nodose e impacciate. Le nostre orecchie ascoltavano con attenzione i racconti carichi di saggezza ed esperienza che provenivano dalle loro labbra desiderose di raccontare. Così si abbattevano le barriere del tempo, ascoltando racconti di guerra, di grandi amori che duravano anche dopo la morte, storie vere di dolorosi sacrifici e di grandi passioni che nemmeno il tempo potrà scolorire. Durante gli incontri al San Domenico, abbiamo scoperto l’importanza dell’amore verso il prossimo, verso i più deboli e bisognosi, fatto di piccoli gesti e grande dedizione. Abbiamo dato forma a questa esperienza realizzando, insieme agli anziani, un pannello raffigurante un grande abbraccio tra due persone che si aiutano a vicenda. Purtroppo alcuni ospiti del Centro Diurno non hanno potuto vedere il lavoro terminato, ma il ricordo del loro impegno e dei loro volti sorridenti resta impresso nei nostri cuori e, simbolicamente, nel lavoro fatto insieme a loro. La scuola, attraverso questo ed altri progetti, ha avuto un ruolo importante per la nostra formazione, perché ci ha insegnato il rispetto, la comprensione e l’accettazione del prossimo. Atteggiamenti alla base di ogni tipo di amore. Classe 3E SET: D. Bianchi, A. Buscaglia, J. Cepollaro, N. Craighero, E. De Marco, G. Distefano, M. Garetti, L. Govoni, F. Improta, J. Lotierzo, A. Massimi, D. Mazzanti, L. Minnucci, M.C. Munichi, C. Nanni, C. Pezzuto, M. Rezler, F. Ricci, F. Rotolo, R. Scutti, R. Via, F. Wenzhipeng. Prof.sse A. Barbagallo, L. Bottazzi e M. Gironi

 

L’incontro con l’autore: la nostra intervista a Maurizio Garuti

«È il primo motore che dа senso alla vita Può cambiare nel tempo, ma ci scalda fino alla fine»

«La scuola deve insegnare un sano scambio tra l’io e il tu, aiutando a capire e gestire le emozioni»

Nei suoi romanzi troviamo bellissime storie. Ma che ruolo ha l’amore? «L’amore è un sentimento fondamentale – risponde lo scrittore Maurizio Garuti –. È il primo motore che dà un senso alla vita. Ha varie declinazioni: il suo contrario è l’odio, il suo avversario è la morte. Può cambiare e svilupparsi nel tempo, ma continua a scaldarci con la sua fiamma fino alla vecchiaia». Di quali tipi di amore parla? «Parlo dell’amore a 360 gradi. Grandi storie d’amore tra uomini e donne, ma anche amore parentale, per il prossimo e per l’umanità. Ho dedicato un libro a Padre Marella». Shakespeare scrisse ’L’amore è la più saggia delle follie, un’amarezza capace di soffocare, una dolcezza capace di guarire’. Che cosa ne pensa? «Possiamo paragonare l’amore a una lancetta che va dal paradiso all’inferno, dalla passione alla gelosia, e può arrivare all’odio, pensiamo ai femminicidi. Può tramutarsi in follia. Come ogni farmaco, può diventare un veleno». Che ruolo può avere la scuola nell’aiutare a orientarsi nel mondo dei sentimenti? «Deve infondere una cultura di sano scambio fra l’io e gli altri, aiutando i giovani a interpretare e gestire le proprie emozioni. Nell’ascolto del prossimo si impara a ritrovare se stessi». In questo momento, con rapporti limitati e distanziati, che ruolo ha l’amore? «E’un sentimento che aiuta ad affrontare le montagne dell’esistenza e i deserti della solitudine. Si vive meglio ogni mattina, sapendo di poter contare su affetti stabili, anche se distanziati».

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