“Grandi vecchi” e dove trovarli (a Budrio)

Nelle nostre campagne si possono rintracciare alberi inseriti nell’elenco degli alberi monumentali italiani

Budrio possiede un patrimonio arboreo di tutto rispetto, che rende il paesaggio gradevole e accogliente, oltre a contribuire in modo significativo a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici ed a ridurre la concentrazione di anidride carbonica e più in generale l’inquinamento atmosferico.

Alcuni degli alberi ad alto fusto che arricchiscono i nostri viali e le nostre campagne sono davvero maestosi e venerabili, ed hanno assunto nel tempo anche una valenza storica. Si tratta degli alberi monumentali, cioè quelli riconosciuti di interesse a livello nazionale da parte del Ministero dell’Ambiente e di quello per i Beni culturali ed il turismo, ed a livello regionale, da parte della legge regionale n. 11 del 1988.

I requisiti per entrare nel novero dei “grandi vecchi” vegetali, gli alberi monumentali, sono contenuti nella legge nazionale n. 10 del 2013. L’albero può essere isolato o inserito in gruppi di alberi, filari o alberate, di origine naturale oppure create dall’uomo, e deve possedere caratteristiche di maestosità, longevità, o di pregio naturalistico. Spesso a questi alberi monumentali sono collegate storie, eventi o memorie locali. Se ne trovano spesso in complessi architettonici di importanza storica e culturale, come ad esempio a Villa Rusconi a Mezzolara, ma anche in pieno centro urbano, come nel caso di via Benni.

In particolare, risultano di interesse nazionale (cioè sono inseriti nell’elenco degli Alberi Monumentali Italiani) un olmo (Ulmus minor) situato a Vigorso, in via Taruffo 11, un platano (Platanus acerifolia) che si trova a Vigorso in via 36 Martiri 3, un gruppo di platani situato a Maddalena di Cazzano in via San Donato 64 e nel bellissimo giardino di Villa Rusconi, a Mezzolara, un platano particolarmente maestoso.

Carlo Pagani è andato a visitare per noi questi “grandi vecchi”, e ha raccolto qualche notizia in più sul loro stato di salute e conservazione e sulle caratteristiche che li hanno resi così importanti per noi. In via Taruffo, l’olmo segnalato era già di dimensioni esemplari nel 1910 a detta dei proprietari, e come confermato anche da una misurazione della circonferenza del tronco, da cui si può presumere un’età superiore ai 150 anni. A parte alcuni grossi rami, l’albero, che presenta una chioma di circa 30 metri su di un’altezza di 25 / 28 metri, risulta in buone condizioni di salute. L’albero è facilmente raggiungibile in bicicletta.

Anche il platano di via 36 Martiri 3, sempre a Vigorso, è avvicinabile passando per una comoda strada, anche se radicato in terreno privato. La pianta è perfetta in tutta la sua forma vegetativa. Si tratta di un esemplare davvero unico, per forma e bellezza. Il tronco misurato a un metro di altezza è di metri 8,70, la chioma è ampia e ben distribuita, e l’albero raggiunge un’altezza di 35/40 metri, per un’età presumibile intorno ai 250 anni.

A Maddalena di Cazzano, in via San Donato 64, poco oltre il Canale Emiliano-Romagnolo, potete trovare un insieme di platani di grande impatto visivo ed ancora in perfetta salute; le chiome risultano ben tenute, con dimensioni in larghezza dai 20 ai 30 metri, altezza sui 25 metri ed una età presumibile rapportata a quelli di Villa Malvezzi di Bagnarola, cioè intorno ai 200 anni. E infine vi ricordiamo il magnifico giardino di Villa Rusconi a Mezzolara, in via Lumaca 9, che vanta un magnifico platano monumentale di interesse nazionale: pianta perfetta nella forma e nella vegetazione. Il platano ha rivelato a Carlo Pagani, tramite una indagine su tagli cicatrizzati alla perfezione, senza segni di carie arborea, di aver avuto una spettacolare reazione alla potatura ricevuta qualche decennio fa. Raggiungere una certa età in buona forma è un vanto; e il nostro “grande vecchio”, a giudicare dalla circonferenza del tronco, ha raggiunto la bella età di 200 anni.

Molti altri “grandi vecchi” sono presenti sul nostro territorio, alcuni di essi sono presenti nell’elenco di interesse regionale approntato dall’Istituto Beni Culturali. Tutti meritano una visita, meglio se in bicicletta, per godere del valore che essi conferiscono al paesaggio rurale che caratterizza le nostre campagne, o anche solo per rinfrescarsi alla loro ombra durante una scampagnata nella bella stagione.

Per avere maggiori informazioni su dove trovarli potete rivolgervi all’Ufficio ambiente del Comune di Budrio all’indirizzo:

ambiente@comune.budrio.bo.it

Il Comune è interessato anche a raccogliere informazioni e testimonianze storiche e culturali, o aneddoti a conoscenza dei cittadini, sulla storia di qualcuno dei nostri “grandi vecchi” vegetali.

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