Rose perdute e ritrovate

Mercoledì 30 aprile, alle ore 21:00, presso le Torri dell’Acqua, Carlo Pagani presenterà il libro Rose perdute e ritrovate, scritto insieme a Mimma Pallavicini ed edito da Pendragon.

C’è un mondo antico e affascinante nascosto tra i petali delle rose: un universo che Rose perdute e ritrovate invita a riscoprire. Le pagine del libro raccontano la storia di varietà nate tra il Rinascimento e l’età romantica, frutto di secoli di paziente lavoro da parte di selezionatori e ibridatori spesso dimenticati.

Molte di queste rose, con il tempo, si sono perse, inghiottite dall’oblio e dall’evolversi dei giardini moderni. Altre, invece, sono sopravvissute grazie alla passione e alla caparbietà di pochi collezionisti, capaci di riconoscere in ogni fiore un frammento prezioso di storia. Con dedizione e paziente ricerca, questi appassionati hanno rintracciato le varietà in via di estinzione, salvandole attraverso un gesto antico e sapiente: la talea.  Un’operazione consiste nel prelevare un piccolo ramo della pianta madre per farlo radicare e generare una nuova rosa identica all’originale. È un gesto semplice solo in apparenza, che richiede conoscenza, cura e tempi rispettosi della natura. Così, di mano in mano, di giardino in giardino, molte rose antiche sono state tramandate, mantenendo vivo un patrimonio botanico e culturale che rischiava di andare perduto.

Tra i collezionisti italiani, Carlo Pagani si è distinto con una collezione di rose antiche, che oggi hanno raggiunto il numero di 650. Il suo un amore per le rose nasce quando da bambino, nella casa dei giochi, scoprì una rosa bianco-rosata che cresceva appoggiata al muro della legnaia. Non era una rosa qualunque, ma una Madame Alfred Carrière, vigorosa, rifiorente e profumatissima. Da allora, quella rosa è diventata per lui non solo un simbolo di bellezza senza tempo, ma anche una compagna di viaggio, ancora oggi tra le varietà che più ama consigliare. 

Che cosa offre il libro

Rose perdute e ritrovate racconta le sue prime cento rose, attraverso schede botaniche, arricchite da storie, aneddoti e poesie. Un viaggio tra scienza e memoria per riscoprire un mondo di fiori che continua a incantare. Un libro da sfogliare come una passeggiata in un giardino antico, seguendo il profumo dei ricordi.

La serata sarà arricchita dalla presenza di Simona Lembi con un reading di brani del libro e dalla musica del Gruppo Giovani Ocarinisti di Budrio.

Conduce la giornalista Maurizia Martelli. A cura di Lions Club Budrio.

 


Chi è Carlo Pagani

Nato nel 1947 a Budrio (BO), Carlo Pagani è stato titolare di Flora 2000, azienda nota per le collezioni di antiche varietà frutticole, rose, lillà e altri arbusti, oltre che per la progettazione e realizzazione di giardini. Oggi il testimone è passato al figlio, che continua l’attività con la stessa passione.
Dopo essere stato considerato il “paesaggista Pagani” da illustri clienti di diverse nazioni — dal presidente della Repubblica algerina a Marella Agnelli, dai Gancia a Max Mara —, per gli appassionati di frutti dimenticati è il “signore dei frutti antichi”, colui che ha salvato mele, pere e susine che sembravano perdute per sempre.
La sua storia nasce presto: da ragazzo studiava agraria la sera, coltivava gladioli di giorno e si alzava all’alba per vendere i suoi fiori al mercato di Bologna. Passo dopo passo, costruì il futuro che aveva in mente: prima come vivaista, poi come fondatore del garden center Flora 2000, a due passi dalla casa costruita con le proprie mani in via Zenzalino, poi ancora come collaboratore di grandi maestri come Pietro Porcinai, e infine come paesaggista dotato di una sensibilità tutta sua.
Con un piede saldo nella terra e la testa piena di sogni, ha rischiato, osservato, imparato. Vive ancora nella sua prima casa e custodisce un bosco-giardino strappato ai rovi, dove ha liberato una radura per le “lezioni di canto” degli uccellini e costruito un “albergo” tra i rami per gli ospiti alati.

Tra le amicizie che hanno segnato il suo cammino, spicca quella con Tonino Guerra: un sodalizio di affinità e visioni poetiche che ha dato vita anche a uno dei progetti più amati di Pagani, il giardino a Pennabilli. Un luogo sospeso tra terra e fantasia, dove il paesaggista e il poeta hanno intrecciato parole e natura.
E siccome il verde è anche cultura, da anni partecipa come relatore a incontri e festival dedicati alla natura e al paesaggio. L’ultimo, in ordine di tempo, le Giornate Dantesche di Foligno, dove ha commentato il XXVIII canto del Purgatorio guidando il pubblico in un viaggio parallelo tra i versi di Dante e i paesaggi dell’anima verde.
Non solo: con la complicità di Benny Faeti, ha ideato il progetto Petrella delle Rose, che ha trasformato il borgo medievale di Petrella Guidi in un incanto fiorito, piantando oltre cento varietà di rose inglesi create da uno dei più celebri ibridatori del mondo, David Austin.

Era il 2002 quando, catapultato su Rai3, fu battezzato dal giornalista Gianni Bettini come “Maestro Giardiniere”. E quel titolo, che sembrava un vezzo, è diventato la sua firma. Da allora, rubriche su Rai 1, Rai 2, Rai 3, TV2000, Case Design Stili, Marco Polo (sei format ideati da lui), Canale 24, Mi manda Rai 3: una carriera mediatica vissuta sempre con il sorriso paziente di chi sa di avere il tempo dalla sua parte.
Dal 2005 firma anche una rubrica mensile su Gardenia, una finestra che mese dopo mese racconta come cambiano l’orto, il frutteto e il giardino, sempre con il passo tranquillo di chi conosce i segreti della terra.
Ha 50mila follower nella sua pagina facebook, ha vinto premi e ha pubblicato una decina di libri con editori come Giunti, Demetra, Il Sole 24 Ore, Vallardi, Pendragon e Cairo Editore: non manuali freddi, ma viaggi appassionati nel verde, racconti che ti prendono per mano e ti portano dentro il suo mondo incantato.
Ma guai a pensare che Carlo Pagani si sia fermato: il “vulcano gentile” continua a coltivare sogni. Perché certi giardinieri, quelli veri, non smettono mai di seminare bellezza, neanche quando il loro giardino sembra già perfetto.

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