Eccidio di Cefalonia, una mostra per ricordare

La mostra dedicata alla divisione Acqui, centrale nell’eccidio avvenuto 80 anni fa a Cefalonia, è stata inaugurata alle Torri dell’Acqua il 1° gennaio 2024. L’evento è stato organizzato dal Lions Club Budrio in collaborazione con Pro Loco, Lions Club Molinella, Comune di Budrio e Istituto Comprensivo. Sedici pannelli, forniti dall’Associazione Nazionale Superstiti Reduci e Famiglie Caduti Divisione Acqui, arricchiti da fotografie e ricostruzioni storiche. L’obiettivo è far rivivere l’eccidio spesso dimenticato, le cui perdite complessive, secondo i dati dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, ammontano a 390 ufficiali e 9.500 uomini di truppa. Tra questi anche soldati budriesi e medicinesi, ricordati durante l’inaugurazione dalle autorità presenti: Andrea Quaiotto e Maurizio Cesari per Budrio e Lorenzo Monti per Medicina e Orazio Pavignani, autore di ricerche sull’eccidio.

La mostra, visitabile dall’1 al 7 gennaio, offre uno sguardo approfondito su questa tragica pagina della storia, sottolineando l’importanza di ricordare e comprendere gli eventi legati alla divisione Acqui.

Un po’ di storia

Sull’isola di Cefalonia, gli 11.500 soldati e ufficiali della Divisione Acqui arrivarono nell’aprile 1941, dopo aver perso un quarto dei propri effettivi nella disastrosa offensiva contro la Grecia lanciata da Mussolini nell’autunno 1940. Nonostante la convivenza tra soldati italiani e tedeschi procedesse senza intoppi fino ai primi mesi del 1943, l’8 settembre segna un cambio radicale. Con l’armistizio firmato da Badoglio con britannici e statunitensi, l’alleanza tra Italia e Germania viene denunciata, portando i soldati italiani della divisione Acqui a fronteggiare un ultimatum tedesco che impone la resa.

Il reparto comandato dal generale Gandin, privo di collegamenti e ordini chiari, si trova a subire una spietata rappresaglia tedesca, con sbarco in forze sull’isola greca e supporto dell’aviazione. Dopo sanguinosi combattimenti che causano la morte di 3.000 soldati italiani, il 22 settembre il generale Gandin chiede la resa, segnando il momento con l’issare di una tovaglia bianca sul balcone della sede del comando.

Hitler ordina personalmente la considerazione dei soldati italiani come traditori, ordinando la fucilazione immediata di chi era stato precedentemente catturato. I rastrellamenti e le fucilazioni continuano fino al 28 settembre, coinvolgendo anche il generale Gandin, morto il 24 settembre. La Wehrmacht procede alla fucilazione di circa 5.000 militari e oltre cento ufficiali.

La tragedia della divisione Acqui si estende oltre Cefalonia. Tre delle quattro navi partite con i prigionieri italiani vengono affondate, causando più di 1.300 morti. I sopravvissuti, circa 6.500, intraprendono un viaggio di oltre un mese verso i campi dell’Europa dell’Est su treni e navi stipati “oltre ogni limite di sicurezza” per ordine del generale tedesco Lanz.

La tragedia continua nei campi di prigionia russi, fino in Siberia, dove i soldati sono mandati dopo la cattura da parte dell’Armata Rossa.


La mostra è aperta dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 16:30 alle 18:00, con apertura solo nel pomeriggio il 7 gennaio, dalle 16:30 alle 18:00.

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