COVID-19 ed il mercato immobiliare

Fare analisi previsionali, in questo periodo, è sicuramente difficile e magari può anche essere disatteso immediatamente.

Partiamo dalla fine del 2019 quando già nelle statistiche nazionale (Fonte Nomisma) si parlava di una deflazione di un -0,3% del PIL italiano.

Per lo stesso periodo sul fronte del numero delle transazioni si è registrato un -0,6% in Italia. Per quanto riguarda la nostra provincia il trend del numero delle transazioni era ben diverso, si stima tra un +15% e +20% rispetto fine 2018. Questo aumento considerevole è dovuto all’incremento degli acquisti per investimento, per poi cederlo in locazioni brevi o turistiche.

Per quanto riguarda Budrio alla fine del 2018 si è registrato un totale di 228 di compravendite. In questo momento non sono ancora usciti i dati del 2019 ma facendo un puro calcolo matematico ragionevole, si può stimare almeno 250/260 compravendite, quindi un 10/12% in più.

All’inizio di questo anno rimanendo sul mercato della nostra zona il trend era analogo al 2019, movimentazione che oggi è sospesa per via di questa situazione di quarantena.

Si pensa che al ritorno della normalità, o meglio più vicino alla normalità, se avviene nel giro di 2/3 mesi, il mercato non dovrebbe subire particolari oscillazioni.
Mentre se si protrae oltre, le previsioni dicono che ci potrà essere una differenza non consistente ma prudente per poi raggiungere nuovamente i livelli del pre-covid19.

Non ci sarà comunque una ferma. Oggi la gente ha avuto modo di conoscere meglio la propria casa, valorizzandone i pregi ed i difetti.
L’attuale stato lavorativo di smart working (o parlando in italiano, lavoro in remoto), sarà sempre più adottato nel futuro e oggi ci si è resi conto che nella propria abitazione ci manca magari uno studio oppure una camera in più da adibire a studio, o vista la quarantena, la presenza di un balcone, di una cucina invece di un angolo cottura, o di uno spazio aperto dove c’è sia il soggiorno che l’angolo cottura, insomma dove poter vivere tranquilli con la propria famiglia.
In più, vista la presenza maggiore nella propria abitazione, si vuole poter stare in una casa dove sia salubre, luminosa, calda e con basse spese di gestione. Insomma ci sarà un incremento di richieste di case green.

In questo momento di ferma delle attività, gli agenti immobiliari si pongono delle domande di come sarà il proprio futuro. Come saranno da organizzare le prossime visite? Quali accorgimenti saranno da prendere? Il mercato come sarà dopo questa situazione?

Innanzitutto il pensiero va alle future visite agli immobili. Questa situazione ha fatto riemergere che esiste un sistema che si chiama “rete”. Oggi l’agente immobiliare deve incrementare la tecnologia. Alla firma dell’incarico di vendita, l’Agente Immobiliare dovrà, oltre a scattare le classiche foto, realizzare un video da girare immediatamente o addirittura inserirlo sul proprio sito e/o annunci su internet. Tutto questo con l’ausilio degli Home Stager, professionisti nella presentazione di un immobile.
Si dovrà fare appuntamenti virtuali con il cliente in videoconferenza. In sostanza il cliente arriverà a vedere l’immobile di persona conoscendolo già perché l’agente immobiliare ha già dato tutte le informazioni e visto prima foto, video e documentazione.

Quello che non deve smettere di fare l’agente immobiliare quando gli viene conferito un incarico di vendita è il lavoro di valutazione della documentazione urbanistica e catastale, della certificazione energetica, oltre alle visure ipotecarie.

In questa fase sarà ancora più importante affidarsi ad un agente immobiliare per valutare scelte strategiche di posizionamento del proprio immobile, individuando il giusto valore sulla base di dati ed analisi comparative, valori reali ed oggettivi, senza ascoltare le cassandre.

Quali possono essere i correttivi potrebbero favorire il ritorno alla normalità?

La risposta si trova nelle parole di Mario Draghi ex presidente della Banca Centrale Europea che dice: “Le banche in particolare si estendono in tutta l’economia e possono creare denaro istantaneamente consentendo scoperti di conto corrente o aprendo linee di credito.Le banche devono prestare rapidamente fondi a costo zero alle società disposte a salvare posti di lavoro, perché in questo modo stanno diventando un veicolo per le politiche pubbliche, il capitale necessario per svolgere questo compito deve essere fornito dal governo sotto forma di garanzie statali su tutti gli ulteriori scoperti o prestiti. Né la regolamentazione né le regole

collaterali – aggiunge – dovrebbero ostacolare la creazione di tutto lo spazio necessario nei bilanci bancari a tale scopo. Inoltre, il costo di queste garanzie non dovrebbe essere basato sul rischio di credito della società che le riceve, ma dovrebbe essere zero indipendentemente dal costo del finanziamento del governo che le emette”

Ma non solo le banche si devono impegnare, ci deve essere una capacità della politica economica di sostenere investimenti di lungo periodo come infrastrutture, ricerca e formazione ed un innalzamento dei rendimenti che potrebbero rendere il mercato più opportunistico.

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