Alla scoperta del Palazzo Comunale di Budrio con gli Amici delle Arti

Sabato 25 marzo 2023, ore 16:00 visita con il Circolo Amici delle Arti Alla scoperta del Palazzo Comunale di Budrio:

La Torre della Guardia, la facciata, lo scalone con gli stemmi delle frazioni, la sala del Consiglio, le epigrafi del Rubbiani, le pitture del Casanova, le collezioni d’arte.

a cura di Lorenza Servetti e Giovanna Mengoli – Prenotazione tramite email a: casella.tiziano@gmail.com pierpaolacapponi@ymail.com

 

Un po’ di storia del Palazzo Comunale

Il Palazzo Comunale, “Palazzo Torre”, sede del Municipio, risale al secolo XIV, quando sorse il primo edificio del complesso: la Torre detta ora dell’Orologio, anticamente della Guardia, poiché tale era la sua funzione.

Derivata dalla ricostruzione del paese operata dal cardinale Albornoz dal 1363 al 1379, era la più importante fortificazione del paese. E tale rimane fino al 1870-71, quando viene abbassata e del tutto ristrutturata, con l’aggiunta anche di una corona di merli ghibellini. La ricostruzione avviene “con il disegno e l’opera gratuita” dell’ingegnere budriese Luigi Menarini, come attestano, sull’arco del voltone, le due epigrafi dettate da Giosue Carducci.

Presso la Torre della Guardia, circa a metà del secolo XV, viene costruito un vasto fabbricato,  proprietà dapprima dei signori Manzoli, poi della ricca e illustre famiglia budriese dei Benni. Questi ultimi, nel 1678, lo cedono alle Suore Serve di Maria, che ne fanno il loro convento.
Il palazzo passa poi, con i beni delle Confraternite religiose e delle Opere Pie budriesi, alla “Congregazione di Carità” e da questa è venduto nel 1877 al Comune, che voleva trasformarlo nella sua sede ufficiale.

 

Il rifacimento del 1879

Nel 1879 hanno inizio i lavori di restauro (o meglio di totale rifacimento), diretti sempre da Luigi Menarini, che, in omaggio ai dettami della moda artistica in voga, adotta per la facciata lo stesso stile neogotico usato per la Torre.
Dell’antico prospetto vengono mantenuti soltanto, insieme all’impostazione di base, le cornici di alcune finestre del primo piano e due piatti ornamentali di ceramica faentina. Questi ultimi vengono ritrovati nello smantellamento dell’ultimo piano e collocati in alto sulla facciata (il secondo e il quarto per chi guarda). Gli altri quattro, frantumati e irrecuperabili, vengono sostituiti con fedeli copie eseguite a Faenza. Anche il Palazzo sarà ornato di merli ghibellini e unito alla Torre, costituendo un complesso omogeneo ed equilibrato.
Sulla facciata, su cui vengono poste nel 1889 epigrafi commemorative e medaglioni dedicati a Garibaldi e a Mazzini, sono murate le lapidi in arenaria dei secoli XV e XVI, con gli stemmi di commissari inviati a Budrio in quei tempi dal governo bolognese per amministrare la giustizia. Finiti i lavori esterni, il Palazzo Comunale sarà inaugurato il 21 agosto del 1881 con una grande festa e molti discorsi di illustri oratori, fra cui Filopanti.

 

La sala del Consiglio

Il progetto dell’ornamentazione dell’ambiente della sala del Consiglio (i cui lavori terminarono nel 1885) è di Alfonso Rubbiani, noto progettista di restauri. In quegli anni Rubbiani partecipava attivamente alla vita di Budrio, essendo consigliere comunale (1879-1889), più volte assessore e vicesindaco. Tutti gli arredi lignei vengono eseguiti su disegni suoi; suoi pure i disegni delle elegantissime cancellate divisorie in ferro battuto, le vetrate e la composizione delle quattro suggestive epigrafi dipinte sulle pareti, rievocanti la storia di Budrio. La restante decorazione è invece opera del pittore Achille Casanova,  che dipinge gli stemmi delle frazioni e del Comune ai lati delle epigrafi, usando come sfondo floreale il motivo degli steli della canapa, la pianta, per gran tempo vanto e ricchezza dell’agricoltura budriese.  Sulla porta di ingresso della sala, nel 1895, viene posto il busto di Quirico Filopanti, morto l’anno prima.

Le decorazioni

Nel 1906 viene completato l’elegante scalone d’accesso, a capo del quale un leone marmoreo poggiato sul capitello di una colonnetta ottagonale, regge lo stemma di Budrio, opera dello scultore budriese Arturo Orsoni. Nel 1911 un altro artista budriese, Giovanni Venturoli, decora in un arioso stile liberty l’atrio e le pareti laterali dello scalone, alternando massime latine sul buon governo agli stemmi delle frazioni. Nell’atrio trova oggi la sua collocazione anche il congegno meccanico, restaurato nel 1999, con i suoi pesi e la sua splendida pendola, che ha fatto funzionare l’orologio della Torre  fino a che i moderni meccanismi al quarzo non l’hanno sostituito.
Costruito da Antonio Clodoveo Franchini nel 1871, secondo tecniche secentesche, entra in funzione nello stesso anno, nella Torre appena restaurata dal Menarini. A completare poi l’opera di ricupero totale del Palazzo Comunale, sulla cima della Torre svetta nuovamente l’antico leoncino che fungeva da banderuola, ricuperato e restaurato nel 1998. Frutto di una tecnica manuale ed artigianale antica, come evidenziano le linee rotondeggianti della testa dell’animale, rappresenta più un cucciolo che non il leone adulto e superbo dello stemma e del Gonfalone del Comune.
Oggi, negli uffici e nei corridoi dei vari piani si possono ammirare opere di artisti locali ed internazionali, donati al Comune dopo esposizioni, che formano una vera e propria galleria di arte moderna offerta gratuitamente e sempre fruibile dai cittadini. Davanti al Palazzo Comunale si apre la piazza (già Piazza Maggiore) intitolata a Quirico Filopanti nel 1895.
Al centro campeggia il monumento in bronzo a lui dedicato, opera dello scultore Tullo Golfarelli, eretto nel 1913 (guarda tutte le immagini).

Notizie storiche e immagini antiche tratte dai libri di Fedora Servetti Donati: Movimenti e associazioni a Budrio dopo l’Unità – 1861-1895 (1974); Budrio casa nostra (1994); Il Palazzo Comunale di Budrio (opuscolo, 2003)

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